LA RACCOLTA DELLA CARTA IN ITALIA, l’Italia si colloca meglio di altri Stati europei

Articolo a cura di Luna Fassan e Nicola Festa, classe 3A Liceo Artistico Olivieri

La vera sfida per lo sviluppo economico ed occupazionale del Paese viene dalla green economy. Gli alti livelli di produttività che hanno caratterizzato le economie dei Paesi industrializzati potrebbero non essere sufficienti a garantire la necessaria autonomia nell’approvvigionamento di risorse, quindi riciclare diventa non solo una necessità ambientale, ma anche economica per sopperire alla mancanza di certe materie prime.             

Al contrario di quanto si potrebbe pensare, l’Italia è un Paese virtuoso da questo punto di vista e si colloca molto meglio di altri stati che spesso prendiamo come esempio in altri ambiti. Nella produzione della carta in Italia sono coinvolti 18900 addetti, 153 stabilimenti e 119 imprese.  L’Italia ha raggiunto e superato con 15 anni di anticipo l’obiettivo europeo dell’85% di tasso di riciclo di carta e cartone.

Nel 2020 l’87,3% degli scarti provenienti dalle industrie è stato lavorato per il suo riutilizzo, obiettivo raggiunto dai 600 impianti di riciclo distribuiti sul territorio nazionale producendo 6,8 milioni di tonnellate di carta da macero. Questo successo si deve alla vocazione storica dell’Italia nell’industria delle cartiere e nel recupero di materiale che ha da sempre portato al riuso della carta.

Il totale della raccolta di carta e cartone nel nostro paese, attraverso industrie e abitazioni, è pari a circa 7 milioni di tonnellate. L'Italia è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti raccolti e supera Francia (56%) e Germania (43%). A Germania e Francia segue il Regno Unito con il 50%. L'Italia è inoltre uno dei pochi Paesi europei ad aver migliorato dal 2010 al 2018 le sue prestazioni con il +8%.

Per comprendere quanto sia importante, anche in termini di creazione di posti di lavoro, questa nuova forma di economia, si può fare qualche esempio. L'intera attività di riciclo nella Carolina del Sud rappresenta 54.000 posti di lavoro. Il Carolinas Plastics Recycling Council, che comprende la Carolina del Nord e la Carolina del Sud, stima che se ogni famiglia dei due stati riciclasse i propri materiali plastici con correttezza, questo avrebbe un impatto fortemente positivo. In Italia sono così oltre tre milioni, cioè il 13,4% dell'occupazione complessiva, le professioni legate all'economia verde, nella quale operano soprattutto imprenditori mediamente più giovani.

In una fase economica dominata dalla recessione, i nuovi mestieri legati al riutilizzo di materiali, al taglio degli sprechi e alle energie rinnovabili stanno creando occupazione. In base all'ultimo rapporto dell'International Labour Organization sui lavori "green", uscito all'inizio di giugno, la transizione dall'era del petrolio a un'economia verde potrebbe generare infatti dai 15 ai 60 milioni di nuovi posti di lavoro nell'arco del prossimo ventennio.

Oggi investire in un corso di studi che abbia attinenza con queste forme della green economy può essere un vantaggio per i giovani. Quella  in ingegneria rimane la laurea più ricercata dalle aziende che si occupano di green building, ma anche i professionisti dell'architettura e del design possono trovare in questo campo un mercato attivo e in piena espansione. Dopo la laurea, una buona idea è quella di frequentare un master per consulenti energetici, in bioarchitettura o in bioedilizia e risparmio energetico, in base alla specializzazione che si intende perseguire. I più intraprendenti possono aprire uno studio associato di progettazione di edifici a basso consumo e riqualificazione energetica e lavorare in proprio, anche se le assunzioni in questo campo non mancano. C'è un crescente bisogno di persone amanti della chimica e dell'aria aperta nel settore del controllo delle acque. Lo sfruttamento sconsiderato di fiumi, coste e laghi sta mettendo a dura prova l'ecosistema acquatico italiano: secondo Legambiente, un campione su cinque dell'acqua di fiume è di qualità scadente o pessima, e un quarto delle acque sotterranee è contaminato, in particolare dai nitrati, sostanze presenti nei fertilizzanti. Il trattamento e la presentazione dei risultati al fine di determinare la qualità delle acque monitorate viene fatta con l'ausilio di personale esperto; una laurea in biologia, scienze ambientali o chimica farà al caso vostro, ma anche un diploma di scuola secondaria di tipo tecnico scientifico, seguito da un periodo di tirocinio in istituti di ricerca sul monitoraggio ambientale rappresenta una preparazione adeguata. Si potrà quindi lavorare all'interno di parchi naturali, laboratori privati, o nelle Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale.

Oggi, chi studia discipline forestali trova impiego soprattutto nella certificazione dell'utilizzo efficiente delle masse legnose, nella gestione delle foreste gestite in maniera ecosostenibile e delle lavorazioni di legno e sughero, ma trovano anche sempre più spesso occupazione in settori "emergenti" come conservazione della biodiversità, eco-ingegneria (restauro ambientale, lotta alla desertificazione, bioedilizia), verde urbano, biotecnologie e industria farmaceutica, pianificazione territoriale e architettura del paesaggio, ecoturismo e valorizzazione dei prodotti tipici. Quello della moda è uno dei settori in cui la rivoluzione verde sta dando i risultati più creativi: dalle fibre ricavate con materiali di scarto, agli abiti da red carpet realizzati con bottiglie di plastica riciclata, dalle t-shirt compostabili, fino al ripensamento delle filiere produttive più inquinanti, un occhio all'ambiente è ormai d'obbligo. In questo caso, dopo una buona scuola per stilisti, la specializzazione in tendenze "verdi" si acquisisce sul campo.

Fare adeguatamente la raccolta differenziata della carta fa bene all’ambiente, all’aria, al Paese e alla tua città.

La raccolta differenziata della carta in Italia comincia dai cittadini per arrivare infine alle cartotecniche:

- i cittadini separano la carta e il cartone dai rifiuti generici.

- Il Comune organizza il servizio di raccolta;

- gli impianti di recupero selezionano la carta e la privano dei materiali estranei;

- la cartiera rielabora la carta;

- le cartotecniche e tipografie trasformano la carta in nuovi prodotti e imballaggi;

- Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) garantisce che il flusso di materiale alle cartiere sia sempre costante, supporta i Comuni, si rivolge ai cittadini con campagne di comunicazione.

Per concludere, ecco un breve promemoria su come fare correttamente la raccolta differenziata della carta:

Sì: Carta, cartone, scatole, scatoloni…

No: Scontrini, imballaggi sporchi di cibo, carta oleata, fazzoletti.